Inferno – Schema completo canto 2

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DANTE ALIGHIERI

COMMEDIA CANTICA PRIMA – INFERNO

SCHEDA CANTO II


W (WHEN?)


(Quando? Giorno e momento della giornata in cui si trovano Dante e Virgilio)

La vicenda si svolge l’8 aprile 1300, al calar della notte


W (WHERE?)


(Indica dove si trovano Dante e Virgilio? In quale girone? Come viene caratterizzato lo spazio? Quali aggettivi vengono utilizzati? Quali sfere sensoriali vengono utilizzate per la descrizione di tale spazio?):

Non si ha una precisa descrizione del luogo, Dante si trova con la selva oscura alle spalle ed il colle del Purgatorio difronte. È in compagnia di Virgilio che lo ha invitato a seguirlo per un itinerario nuovo attraverso l’inferno.


W (WHO?)


(Indica quali personaggi incontrano Dante e Virgilio. Di ognuno di loro traccia un breve profilo biografico. Indica poi il motivo per cui Dante ha inserito quei personaggi in quel determinato girone/cornice/cielo.

Beatrice: Bice, primogenita di folco, coetanea di Dante. Per lei Dante ha scritto svariate poesie, tra cui la vita nova, il racconto del primo amore di Dante.

Santa Lucia: la Santa a cui Dante è devoto.

La Madonna: Madre di Gesù

San Paolo: Saolo (nome ebreo di Paolo) convertitosi alla religione cristiana dopo un passato di persecutore, durante una di queste di queste persecuzioni ha una visione di Gesù. Diventa cieco, e dopo la guarigione decide di convertirsi. Scrive numerose lettere nelle quali racconta di aver avuto la visione di Dio. VASO INDICA UN RECIPIENTE CHE ACCOGLIE QUALCOSA, SAN PAOLO E FATTO COME UNO STRUMENTO PER ANNUNCIARE AI PAGANI LA BUONA NOVELLA.

Enea: troiano, personaggio principale dell’eneide, fondatore di Roma. Scende all’inferno per volere delle divinità. Dante aggiunge questa figura nella commedia, perché fu il fondatore di Roma, sotto il cui impero nacque Gesù.


W (WHY?)


(Indica in modo esaustivo quale contrappasso governa il meccanismo della colpa e della pena nel canto in esame)

Non essendo ancora entrati nell’inferno, non vi è nessun contrappasso.


W (WHAT?)


Riassumi il contenuto del canto per sequenze di versi.

Canto II:

1-9: proposizione dell’argomento ed invocazione delle muse.

10-42: sgomento di Dante per il viaggio, e riferimento a San Paolo ed Enea

43-126: Virgilio spiega a Dante la missione che gli è affidata e racconta la discesa di Beatrice nel limbo, dopo l’iniziativa della madonna e di Santa Lucia

127-142: Dante, rinfrancato dalle parole di Virgilio, accetta di seguirlo nel lungo viaggio.


FIGURE RETORICHE


Sono presenti figure retoriche tra quelle che hai studiato fino ad ora? INDIVIDUANE ALMENO CINQUE.

  1. La perifrasi “avversario di ogni male” del verso 16, utilizza un termine che ricordi la figura divina perché all’interno dell’inferno Dante non nomina mai direttamente Dio

  2. La metonimia “del papale ammanto” al verso 27 usa lo scialle del Papa per intendere la figura del Papa

  3. La similitudine “e qual è quei che.. ..comincia cotanto tosta” dei versi 37-4, Dante paragona se stesso ad un uomo che, quando sta per cominciare un azione, cambia opinione, così anche Dante, quando si accorge della difficoltà del viaggio, cambia opinione e preferisce fermarsi

  4. La captatyo benevoletiae dei versi 58-60 e dei versi 73-74 è una struttura che utilizza Beatrice per aveva l’attenzione di Virgilio, lodandolo e usando diversi complimenti

  5. L’alliterazione della m in ” aMor Mi Mosse, che Mi fa parlare” del verso 72

  6. La metafora “non odi tu la pieta.. ..su la fiumana ove ‘l mar non ha vanto” viene utilizzata dei versi 106-108 da Lucia per spiegare a beatrice il dolore di Dante

  7. La similitudine “quali Fioretti dal notturno.. Comincia come persona Franca” dei versi 127-132, Dante paragona se stesso a dei Fioretti, chiusa a causa del freddo notturno, si aprono non appena il sole li illumina, così anche Dante, non appena viene illuminato dalla luce delle parole di Virgilio, si apre al viaggio


PARAFRASI


(aggiornare progressivamente con quanto svolto in classe o assegnato e completare alla fine del canto)

Il sole stava ormai tramontando e laria diveniva scura,

liberando tutti gli animali che ci sono sulla terra

dalle loro fatiche quotidiane, mandandoli a riposare; io da solo

mi preparavo invece a sostenere tutte le fatiche

tanto del lungo viaggio quanto delle scene compassionevoli

che la mente infallibile andrà poi a ricordare.

Oh muse, oh mio elevato ingegno, aiutatemi voi in questo;

oh memoria, che hai scritto in te fedelmente ciò che allora vidi,

qui si dimostrerà tutto il tuo valore.

Comincia a dire a Virgilio: Poeta che mi guidi,

valuta tu se il mio valore è abbastanza,

prima di impegnarmi in questo difficile cammino.

Tu dici che Enea, padre di Silvio,

quando era ancora mortale, scese nei regni eterni,

e lo fece realmente, in carne ed ossa.

Però in quel caso, se Dio, avversario di ogni male,

gli concesse tanto, lo fece pensando alla nobile discendenza

che avrebbe dovuto nascere da lui, così che chi lui fosse e le sue condizioni

a nessun uomo ragionevole possono fare pensare ad una concessione non meritata;

poiché fu della madre Roma e di tutto il suo impero

destinato per volontà divina ad esserne il fondatore:

La quale Roma ed il quale impero, a voler dire il vero,

fu destinata a divenire il luogo santo

dove risiete il papa, successore del grande Pietro.

Grazie a questo suo viaggio negli inferi, da te cantato nellEneide,

poté apprendere segreti che favorirono poi

la sua vittoria contro Turno ed futuro del manto papale.

Andò anche nei regni eterni san Paolo, lo strumento eletto,

per trovare conferme per quella fede cristiana

che è principio fondamentale per leterna salvezza.

Ma io, perché dovrei andarci? Chi mi concede questo onore?

Io non sono Enea, io non sono san Paolo;

né io stesso né nessuna latro mi crede degno di ciò.

Perciò, lasciandomi condurre da te,

temo di commettere una follia.

Tu che sei saggio; puoi capirlo assai meglio di quanto io non possa spiegare.

E come colui che non vuole più ciò che prima voleva

e cambia i propri propositi seguendo nuovi pensieri,

così che si distrae del tutto dal cominciare,

così feci io lungo quel pendio ormai buio,

perché con il pensiero mettevo già fine a quella impresa

che avevo accettato di intraprendere senza esitazioni.

Se ho ben capito il tuo discorso,

rispose lo spirito del generoso Virgilio,

il tuo animo è in preda alla paura;

che molte volte ostacola talmente luomo

da distoglierlo dal compiere imprese tanto rispettabili,

simile in ciò ad una bestia che si nasconde quando crede di vedere un pericolo.

Affinché tu ti possa liberare dalla paura che ti prende,

ti dirò perché sono venuto da te e ciò che mi è stato detto

di te in quel primo momento, quando mi preoccupai per te.

Mi trovavo tra le anime del limbo, sospese tra dolore e felicità,

quando una donna beta, del paradiso, e di bella presenza,

tanto bella che mi offrii di ubbidire al suo comando.

I suoi occhi brillavano di Venere, stella del mattino;

ed in modo dolce e piacevole cominciò a dirmi,

con voce angelica, nella sua lingua parlata:

Oh gentile anima mantovana,

la cui fama dura ancora nel mondo

e durerà a lungo quanto il mondo stesso,

il mio amico, ma non amico della fortuna,

lungo il pendio deserto viene tanto ostacolato

nel suo cammino da essersi infine voltato indietro per paura;

e tempo che sia già talmente smarrito,

da essermi mossa tardi in suo soccorso,

stando a quello che ho sentito riguardo a lui in cielo.

Muoviti adesso e con la tua elegante parola

e con quanto altro possa essere daiuto per la sua sopravvivenza,

dagli aiuto così che io possa essere avere sollievo.

Io che ti mando in suo aiuto mi chiamo Beatrice;

vengo da un luogo tanto felice e desidero tornarci;

è lamore nei confronti del mio amico a farmi muovere ed a suggerirmi le parole.

Quando sarò tornata dal mio Signore,

spesso mi dirò contenta di te dinanzi a Lui.

Smise allora di parlare e cominciai quindi io:

Oh donna tanto virtuosa, unica grazie alla quale

il genere umano supera tutte le altre cose terrene contenute

sotto quel cielo, della luna, che ha minore circonferenza,

il tuo comando mi riesce tanto gradito,

che lubbidire ad esso, anche se già in corso, mi sembrerebbe comunque troppo lento;

Non ti occorre dire altro, manifestare oltre la tua volontà.

Dimmi soltanto il motivo per cui non ti preoccupa

il dover scendere qua giù, in questo inferno, centro

dellEmpireo, dove desideri ardentemente tornare.

Dal momento che tu vuoi sapere le cose tanto a fondo,

te lo dirò brevemente, mi rispose Beatrice,

perché non ho paura di venire qua dentro, dove ci troviamo.

Si deve avere paura solamente di quelle cose

che hanno il poter di ferire, far male agli altri;

delle altre cose non bisogna temere, giacché, in confronto, non sono tali da fare paura.

Sono stata creata da Dio, per sua grazie, tanto impassibile, salda nei sentimenti,

che il vostro misero stato non mi tocca,

e nessuna fiamma di questo incendio può assalirmi.

Un donna tanto gentile, Maria, si è impietosita lassù in cielo

per lostacolo incontrato da Dante e per il quale vi mando in suo soccorso,

e con le sue suppliche ha annullato la severa sentenza divina che abbandonerebbe invece Dante al suo destino.

Costei chiese di vedere Santa Lucia

e le disse: Dante, tanto a te fedele, ha ora bisogno

del tuo aiuto, e lo affido quindi alla tua protezione.

Lucia, sempre nemica di ogni forma di crudeltà,

si mosse e venne nel luogo dove io mi trovavo,

seduta insieme a Rachele dei tempi antichi.

Mi disse: Beatrice, tu che rappresenti la vera lode a Dio,

perché non vai in soccorso di colui che ti ha amato tanto

e che, grazie a te, è riuscito ad uscire dalla comune gente?

Non senti la tristezza del suo pianto,

non vedi che la morte spirituale lo minaccia

con un impeto tanto travolgente che nemmeno le burrasche del mare possono eguagliarlo?

Al mondo non ci furono mai persone tanto leste

a fare il proprio interesse o ad evitare un pericolo,

come lo fui io dopo che quelle parole furono pronunciate,

Venni qua giù da te abbandonando il mio beato stallo,

avendo fiducia nel tuo modo giusto di parlare, bello ed efficace,

che da onore a te ed a coloro che ebbero lonore di ascoltarlo.

Dopo che Beatrice mi ebbe detto questo,

mi lasciò con occhi lucidi per le lacrime,

e perciò mi fece venire da te ancora più rapidamente.

Giunsi quindi da te così come ella volle:

ti liberai dalla presenza di quella belva, dalla lupa,

che ti impedì di procedere verso la cima del monte lungo la strada più corta.

Dunque: cos’è che ti spaventa? Perché, perché esiti a seguirmi,

perché nutri tanta codardia nel tuo cuore,

perché non mostri invece coraggio e sicurezza,

dopo che queste tre donne benedette

si preoccupano e si prendono cura di te nella corte del paradiso,

e le mie parole ti promettono di poter ottenere un bene tanto prezioso?

Come i fiorellini di campo a causa del gelo notturno

stanno chiusi e chini, ma dopo che il sole li illumina

tornano in vita aprendo i propri petali e drizzandosi sul loro stelo,

allo stesso modo feci io riprendendomi dal momento di sconforto,

e arrivò al mio cuore un coraggio tanto efficace,

che cominciai a dire, da persona sicura di sé:

Oh misericordiosa Beatrice, venuta in mio aiuto!

E tu Virgilio tanto gentile da aver ubbidito subito

alla tanto efficaci parole che ti disse!

Mi hai tanto riempito il cuore,

con le tue parole, del desiderio di seguirti,

che io tornato a credere alla mia prima convinzione.

Procedi quindi oltre, poiché ora ci unisce la stessa volontà:

sarai la mia guida, il mio signore ed il mio maestro.

Dissi queste parole; e dopo che ebbe ripreso il cammino,

mi inoltrai con lui per la strada aspra e selvaggia dellinferno.

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