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CHIMICA: Modelli Atomici

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PER MODELLO ATOMICO SI INTENDE LA FORMA CHE SI DA ALL’ATOMO

Sono stati concepiti 3 modelli atomici:

  1. Thomson, il primo modello atomico venne ideato subito dopo la scoperta dell’elettrone. Il modello fu chiamato “panettone” per la somiglianza con il tipico dolce natalizio. Thomson si immaginò l’atomo come una grande sfera interamente di carica positiva, con all’interno nei elettroni che equivalevano la carica facendo diventare l’atomo neutro. Thomson lo ideò così per spiegarsi la carica neutra degli elementi, infatti se vi erano delle particelle di carica negativa DOVEVANO essercene di carica uguale ma opposta per equivalere ed eliminare la carica dell’elettrone.
    Atomo di ThomsonAtomo di Thomson
  2. Rutherford, il secondo modello atomico che smentiva il modello Thomsoniano, infatti grazie all’esperimento Rutherford si poté indentificare un modello a planetario, dove gli elettroni di ogni atomo ruotavano intorno al nucleo seguendo un unica orbita.
    Atomo di Rutherford dispositivo di Rutherford
    La forza di attrazione che c’è tra la materia di carica positiva+ e la materia di carica negativa- viene eliminata dalla forza centrifuga provocata dalla rotazione degli elettroni
  3. Bohr, l’ultimo e il moderno modello atomico, esso perfeziona l’idea di Rutherford. Bohr, osservando gli spetri luminosi emessi dagli atomi quando assorbono Fotoni, spiegò che le diverse fasce di colore dipendevano alla diversa frequenza con cui i fotoni assorbiti venivano rilasciati. Questo esperimento venne chiamato “Spettro Elettromagnetico”. Grazie ai suoi studi Bohr scoprì i livelli energetici degli atomi, infine collegò ali livelli ai numeri quantici.

Atomo di BohrIn questa immagine si vedono i 7 livelli energetici di un atomo. Questi sono tutti completi di elettroni secondo un ordine preciso e un certo numero su ogni livello energetico.

Atomo di Bhor

 

CHIMICA: numeri quantici

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COSA SONO I NUMERI QUANTICI?

I numeri quantici sono una serie di numeri che vengono usati in ambito scientifico per descrivere le proprietà delle orbite e degli elettroni presenti nell’atomo.


I numeri quantici sono 4, tre dei quali dipendono tra loro e l’ultimo è indipendente.

  • n = numero quantico primario, indica il livello energetico dell’atomo. In teoria prende i valori da 1 ad  \infty, ma vengono considerati solo i livelli energetici da 1 a 7 perché basta a classificare tutte e 118 gli elementi terrestri.

  • l = numero quantico secondario,  indica la forma dell’orbitale e i sottolivelli energetici. dipende da n, infatti prende tutti i valori da 0 a n-1. Le forme orbitali sono tridimensionali e in totale sono 4: s,p,d,f

tabella sottolivelli energetici ogni numero quantico di tipo l sta ad una forma orbitale:

s → una sfera con al centro il nucleo

p → due sfere che si congiungono formando un infinito \infty, nel centro è presente il nucleo

d → quattro sfere formanti un quadrifoglio con al centro il nucleo

f → questa forma non viene rappresentata perché complessa e contorta.

orbitale sorbitale porbitale d


  • m = numero quantico terziario, indica il piano di orientamento dell’orbitale, dipende da l infatti prende tutti i valori da -l a +l.

Cattura5

prendiamo ad esempio n=2, l=1, m=-1. 0. 1 (cioè 3 piani)

orbitali-a-doppio-loboQuesto significa che noi avremo px, py, pz, tre orbitale avente forma principal (due sfere unite) ma orientate una in verticale, una in orizzontale ed una nel verso della profondità.

Px, Py, Pz si uniscono in un unico orbitale.


  • spin = quarto ed ultimo numero quantico, esso non dipende da nessuno degli altri numeri ed indica il senso di rotazione sul proprio asse dell’elettrone, può assumere il valore di -1/2 (senso antiorario) oppure +1/2 (senso orario)


 

COME CALCOLARE IL NUMERO DI ORBITALI PER LIVELLO ENERGETICO:

si utilizza il numero quantico principale n ► n²

wef


COME CALCOLARE IL NUMERO DI ELETTRONI PER LIVELLO ENERGETICO:

sapendo che su ogni orbitale possono essere solo 2 elettroni (i quali hanno numero quantico spin opposto) ► 2n²

knj ►►► come posizionare gli elettroni ◄◄◄

CHIMICA: Radioattività di un elemento e trasformazione del nucleo

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Gli elementi variano specialmente nel numero Atomico Z, che ci dice il numero di PROTONI + presenti nell’atomo. Se Z varia, varia anche l’elemento. Infatti esiste 1 elemento per ogni numero atomico, e la tavola periodica usa come criterio di classificazione degli elementi proprio tale  numero.


 

SOLITAMENTE  il numero di protoni rimane stabile, infatti la forza di respingimento degli eletttroni + viene eliminata con l’aggiunta dei neutroni nel nucleo.

Ma se il nucleo è instabile, cioè presenta un numero elevato di Neutroni o di Protoni, l’atomo diventa radioattivo e il nucleo si trasforma


Quando il nucleo è instabile?

Per identificare un atomo dal nucleo instabile si controllano il numero di neutroni e protoni presenti nell’atomo.

possibilità di decadimento


Tipi di decadimento:

  • ALFA α →Nei atomi di elementi radioattivi con un numero eccessivo di protoni/neutroni avviene solitamente un decadimento di tipo α, il quale consiste nel rilascio ioni di He con una carica positiva 2+ (due protoni + due neutroni). Quindi dopo il decadimento si ha un isotopo di altro elemento chimico, avente numero atomico diminuito di due unità e numero di massa diminuito di quattro unità.

decadimento ALFA

  • BETA β → Nei atomi di elementi radioattivi con un numero eccessivo di neutroni avviene solitamente un decadimento di tipo β, il quale consiste nel rilascio di radiazioni β, costituito da un fascio di elettroni veloci.
    Un Neutrone viene scisso in P+ e E-, l’ultimo viene emesso dall’atomo. Quindi dopo il decadimento si ha un isotopo di altro elemento chimico,  avente numero atomico aumentato di una unità (+ 1 protone) e numero di massa invariato (il protone si é sostituito al neutrone).

Imagenegativabeta

  • GAMMA γ → Dopo un decadimento di tipo Alfa o Beta si ha un rilascio dell’energia in eccesso (di carina negativa per il decadimento alfa, e di carica positiva per il decadimento beta) attraverso delle onde elettromagnetiche γ, un fotone simile alla luce oppure ai raggi x, ma di energia superiore.

Gammadecay-1decadimento beta con scariche gammadecadimento beta con scariche gamma


LEGGE DEL DECADIMENTO:

Il decadimento è un fenomeno del tutto casuale e non si può sapere quando avvenga; Ma il processo di decadimento si evolve nel tempo secondo uno schema descritto da una curva, detta curva di decadimento. La particolarità della curva è che a intervalli di tempo uguali corrispondono percentuale di decadimento.

Ad esempio al passare di x anni, il 50% della sostanza è decaduta; dopo altri x anni il 50% della materia rimanente decade.

Nella formula scientifica l’intervallo di tempo è chiamato t1/2 (tempo di dimezzamento), il valore varia al variare dell’elemento.RAPPRESENTAZIONE LEGGE DEL DECADIMENTO

CHIMICA: Ioni & Isotopi

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Negli atomi il numero di PROTONI (a parte gli elementi radioattivi) non può variare, altrimenti varierebbe l’elemento (cioè se all’elio viene tolto un protone diventa idrogeno)

Questo invece non vale per i NEUTRONI e gli ELETTRONI;

Infatti al variare del numero di Neutroni aumenta/diminuisce la massa (e quindi il NUMERO di massa) dell’atomo, questa variazione viene chiamata ISOTOPO;

Invece al variare del numero di Elettroni aumenta/diminuisce la carica elettrica dell’atomo, questa variazione viene chiamata IONE.


ISOTOPO ► un atomo viene definito isotopo di un elemento quando il numero di Neutroni è maggiore o minore del dovuto. Come abbiamo visto in natura TUTTI GLI ELEMENTI SONO ISOTOPI, ma la massa atomica (somma dei prodotti degli isotopi di un elemento per la percentuale di concentrazione, il tutto fratto 100) è il numero che si tiene in considerazione. Per segnalare che l’atomo è un Isotopo si scrive l’elemento seguito dal numero di massa


IONE ► un atomo viene definito ione di un elemento quando il numero di Elettroni è maggiore o minore di Z(il numero atomico). Quando un atomo è uno ione presenta una carica positiva o negativa. Quando vengono assorbiti elettroni, lo ione ha una carica negativa (perché vengono aggiunte cariche -1u), quando invece vengono rilasciati elettroni, lo ione ha una carica positiva (perché vengono tolte cariche -1u). Per segnalare che un atomo è uno Ione si scrive l’elemento aggiungendo, in alto a destra, la carica elettrica:

IONE



 

CHIMICA: Particelle SUBATOMICHE

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OGNI atomo di un elemento è composto da 3 particella subatomiche:

ELETTRONE-

PROTONE+

NEUTRONE0

Queste particelle sono diverse tra loro sotto ogni punto di vista:

 


ELETTRONE

Scoperto nel  1897 da J.J.Thomson, venne notato che se la materia viene sfregata vi è un passaggio di carica elettrica, quindi sfregando due oggetti avviene un passaggio di elettroni, questo perché gli elettroni compongono lo strato esterno dell’atomo. L’elettrone ha una carica negativa pari ad -1u. La massa dell’elettrone è 20 volte inferiore alla masse del protone e del neutrone, infatti ha il valore di 9.109 · 10^-31. Nella tavola periodica ha lo stesso valore di Z (questo perché gli elementi nella tavola periodica sono rappresentati TUTTI con carica NEUTRA)

IL VALORE PUO’ VARIARE ► IONE


PROTONE

Scoperto nel 1885 da Eugene Goldstein, venne notato che la materia ha carica elettrica neutra, quindi nell’atomo esistono particelle di carica positiva le quali eliminano la carica dell’elettrone. Il protone ha una carica positiva pari ad 1u. La massa protone è 20 volte superiore alla masse dell’elettrone e simile a quella del neutrone, infatti ha il valore di 1.673^-27. Nella tavola periodica ha lo stesso valore di Z

IL VALORE NON PUO’ VARIARE (eccezione per gli elementi radioattivi)


NEUTRONE

Scoperto nel 1932 da James Chadwick, venne notato che la massa dell’atomo era superiore alla somma della massa del protone e dell’elettrone, quindi nell’atomo esistono particelle di carica neutra le quali non variano la carica dell’atomo, ma variano la massa. Il neutrone ha una carica neutra pari ad 0u. La massa neutrone è 20 volte superiore alla masse dell’elettrone e simile a quella del protone, infatti ha il valore di 1.675^-27. Nella tavola periodica ha lo stesso valore di A-Z

IL VALORE PUO’ VARIARE  ► ISOTOPO



IL VALORE DI A → detto “numero di massa” è la somma dei PROTONI+ e dei NEUTRONI0

IL VALORE DI Z → detto “numero atomico” è il numero di PROTONI + (e in caso l’atomo non sia uno IONE è anche il numero di ELETTRONE-)

Nella Legenda della tavola periodica specifica come siano scritti A e Z, ma nella scrittura chimica Z viene scritto in basso a sinistra, mentre A viene scritto in alto al sinistra.


Come si calcola la massa atomica?

La massa atomica equivale alla somma dei prodotti degli isotopi di un elemento per la percentuale di concentrazione, il tutto fratto 100

ESEMPIO

tabella rappresentante i 3 isotopi dell'ossigeno

tabella rappresentante i 3 isotopi dell’ossigeno

La massa dell’ossigeno è:

(15.99491*99.759+16.99913*0.037+17.99916*0.204)/100 = 15.99937

CHIMICA: La tavola periodica

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CHIMICA: La tavola periodica

La tavola periodica è uno strumento utilizzato dai chimici per lo studio degli elementi e dell’atomo. l’idea di una tavola Ordinata nasce dopo il 1830, quando si conoscevano ben 55 elementi dalle proprietà fisiche e chimiche diverse.


Anche se nel 1780 Döbereiner, che divise gli elementi in gruppi di 3 a seconda delle caratteristiche fisiche e chimiche(la sua tavola, però, non era approvata perché non si poteva inserire tutti gli elementi nelle Triadi); furono in seguito provati altri metodi di classificazioni secondo la massa atomica, ma la prima tavola periodica fu ideata da Mendeleev enl 1869, il quale utilizzava come criterio di classificazione il numero di massa A (che equivale alla somma dei Protoni + e neutroni 0) per ordinare i 63 elementi conosciuti fino ad allora.
TAVOLA PERIODICA MENDELEEVcome possiamo vedere dall’immagine la tavola è composta da 8 file verticali (chiamati gruppi) e 12 orrizzontali (chiamati Periodi); Il primo degli elementi è l’idrogeno (H) e l’ultimo è l’uranio (U). la classificazione è il ordine crescente di A. Seguendo i Periodi possiamo notare che le caratteristiche chimiche e fisiche variano gradualmente. Seguendo i gruppi possiamo notare che le caratteristiche chimiche sono simili (esempio il secondo gruppo contiene tutti elementi ferrosi che reagiscono violentemente con l’acqua). Nella tavola periodica vi sono vari spazi vuoti, essi sono dedicati agli elementi ancora sconosciuti.


Perché gli elementi presentano ciclicamente proprietà chimiche e fisiche SIMILI?

La ciclicità dipende dalla configurazione elettronica degli atomi. Infatti nei diversi atomi dello stesso gruppo la configurazione periodica degli elettroni (il numero di Elettroni nell’ultimo livello energetico) è sempre uguale.


LA MODERNA TAVOLA PRIODICA

 Molti degli elementi non erano ancora scoperti alla nascita della tavola di Mendeleev, ma per il resto la forma della tavola periodica è ancora utilizzata. La principale differenza tra la tavola moderna e quella di Mendeleev è il criterio di classificazione degli elementi; Infatti mentre mendeleev seguiva il numero di massa A, nella moderna tavola periodica si utilizza il numero atomico Z (il numero di protoni, e di elettroni SE l’atomo è neutro, presenti nell’atomo).

tavola_periodica-colore

Anche la tavola periodica Moderna è formata da Gruppi e Periodi:

  • GRUPPI: Le colonne verticali della tavola, essi equivalgono al numero di ELETTRONI nell’ultimo livello energetico dell’atomo. Questi elettroni prendono il nome di ELETTRONI DI VALENZA. ►questo vale solo per i gruppi segnati dai NUMERI ROMANI◄
  • PERIODI: Le righe orizzontali della tavola, essi equivalgono all’ULTIMO LIVELLO ENERGETICO dell’atomo. Questo Livello energetico prende il nome di GUSCIO DI VALENZA. In totale i periodi sono infiniti, ma sono solo 7 quelli impiegati per gli elementi terrestri. { questo valore equivale al numero quantico “n” }

Gli elementi presenti nella tavola periodica, in totale, sono 118 (anche se il Tecnezio, il promezio, l’astato e gli elementi successivi al Uranio, sono elementi artificiali)

L’ultima colonna (il gruppo VIII) è la colonna dei GAS NOBILI, cioè 6 elementi (He, Elio; Ne, Neon; Ar, Argon; Kr, Cripton; Xe, Xenon; Rn, Radon) sono reattivamente nulli, questo perché i livelli energetici sono “Completi”, cioè il numero di Elettroni è sufficiente a completare l’ottetto del livello energetico.

tavola_periodica_degli_elementi_completa_da_stampare

Relazione di Laboratorio – identificazione degli zuccheri – esperimento fehling A-B

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  campioni 2 Relazione LABORATORIO
Identificazione degli zuccheri contenuti negli alimentifeahling
MATERIALI
Vari campioni di alimenti ~ una fiamma ~ provetta ~ pinza da laboratorio ~ reagenti (fehling A-azzurro- e B-bianco) ~ spatola ~ spruzzetta con acqua distillata ~ pipette pulite(2)

INTRODUZIONE
L’esperimento consiste nel trovare gli zuccheri riducenti nei campioni di alimenti. Per tale esperimento usiamo due reagenti chimici, chiamati fehling A (composta da solfato di rame, di colore azzurro) e fehling B (composta da tartrato di sodio/potassio e idrossido di sodio, si presenta incolore), essi reagiscono con alcuni gruppi funzionali contenuti negli zuccheri degli alimenti e creano una variazione di colore. Se il contenuto della provetta cambia di colore, allora all’interno vi sono zuccheri riducenti. Se la concentrazione di zuccheri è bassa la variazione di colore è tra il blu e il verde, se invece la concentrazione è alta la variazione assume una sfumatura dal giallo al rosso/marrone.
Gli zuccheri riducenti hanno la capacità di ridurre una molecola ossidata, all’interno della loro formula hanno il gruppo funzionale COH (gruppo aldeidico).reazione
Come campione di alimenti utilizziamo:
·~· Glucosio
·~· Saccarosio (zucchero da cucina)
·~· Fruttosio
·~· Maltosio
·~· Succo di ananas
·~· Latte (contenente lattosio)
·~· Cipolla

PROCEDIMENTO
Prendere una provetta vuota e pulita, inserirvi (aiutandosi con la spatola) un campione di alimento e (se non è liquido) inserire dell’acqua distillata con la spruzzetta per sciogliere il campione. Mischiare il contenuto della provetta. Aiutandosi com una pipetta PULITA, inserire una quantità il fehling B, cambiare pipetta e inserire la stessa quantità di fehling A. Mischiare la provetta. Si nota che nella provetta il liquido diventa azzurro/blu. La reazione, perché avvenga, ha bisogno di calore. Accendiamo il bulsen ad alcol e vi poniamo sopra la provetta sostenuta dalla pinza. Si nota una cambiamento di colore del liquido della provetta. Questo procedimento è uguale per tutti i campioni alimentari.

schema

Conclusione e commento
Grazie a questo esperimento abbiamo scoperto gli zuccheri riducenti contenuti negli alimenti di tutti i giorni, anche dove non crediamo (ad esempio nella cipolla). L’utilizzo del fehling A e B è indispensabile per evidenziare la presenza (o meno) di zuccheri riducenti. Come ultimo esperimento abbiamo aggiunto dell’acido cloridrico nel saccarosio, grazie ad esso abbiamo separato i due glucidi monosaccaridi contenuti nel saccarosio(glucosio e fruttosio), così da trasformarlo in zucchero riducente.

campioni 1

Schema capitolo 38 – PROMESSI SPOSI ~ CAPITOLO FINALE ~

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ALESSANDRO MANZONI
PROMESSI SPOSI
SCHEDA CAPITOLO n°38

TEMPO
(analizza il rapporto tra tempo della storia e tempo del racconto; quando si svolge la vicenda? Quanto tempo dedica l’autore allo svolgimento della vicenda).

La vicenda si svolge verso la fine di ottobre dell’anno 1630 ~ autunno 1631 e oltre

SPAZIO
(indica il/i luogo/ghi in cui si svolge la vicenda. ):

Le vicende narrate in questo capitolo hanno come sfondo il paesello di Renzo e Lucia, l’ex palazzotto di Don Rodrigo, un paesino vicino a Bergamo e Bergamo.

Presenza di descrizioni: (ci sono descrizioni di luoghi specifici: SI – NO? Quante? Descrizione 1,2,3 . Riassumile per iscritto e indicale sul testo)

PERSONAGGI

Indica, in forma di elenco, i personaggi che compaiono (sia quelli che compaiono per la prima volta, sia quelli che si ripresentano.

Renzo
Lucia
Agnese
La vedova
Il marchese
Don Abbondio
Bortolo
I figli di Renzo e Lucia
~azzecca-garbugli~ muore
~Fra Cristoforo~ muore
~la perpetua~ muore
~Don Rodrigo~ muore

b) Descrivi i personaggi – anche quelli minori se l’autore li caratterizza anche solo brevemente. (ricorda le forme della caratterizzazione: fisica, fisiognomica, psicologica, sociale, culturale/ideologica; caratterizzazione attraverso il nome, attraverso un simbolo o l’ambiente)

Il marchese: dopo la morte di Don Rodrigo, nel suo palazzotto si è situato un marchese. Il marchese viene definito come un uomo tra la virilità e la vecchiezza, egli era una persona aperta, cortese, placida, umile, dignitosa, e qualcosa che indicava una mestizia rassegnata. Decide di donare(Sotto raccomandazione di Don Abbondio) una ragionevole offerta per comprare le case di Renzo e Lucia, così che loro possano uscire dalla città.
I figli di Renzo e Lucia: la prima nascitura, maria in onore alla madonna, è seguita da numerosi altri fratellini. Agnese diventa la balia dei bambini e, per quanto fossero biricchini, prova per loro un grande amore.

c) Descrivi i personaggi che si ripresentano solo se l’autore fornisce ulteriori tratti caratterizzanti che contribuiscono ad inquadrare più precisamente il personaggio.

Renzo: si conclude finalmente il lungo romanzo di formazione di Renzo, infatti nel finale del capitolo Renzo elenca tutte le lezioni che ha imparato durante tutta la storia. ~ quando il giovane Renzo raggiunge il nuovo paese si trova a disagio perché in molti considerano Lucia non all’altezza delle voci che giravano, allora disgustato comincia a diventare disgustoso e a lamentarsi per qualunque cosa, finché in molti cominciarono ad annoiarsi di lui.
Bortolo: il cugino di Renzo, a Bergamo, decide di comprare (assieme al giovane) un filatoio.

FIGURE RETORICHE

Sono presenti figure retoriche tra quelle che hai studiato fino ad ora?
Indicale sul testo e riportale di seguito, ANCHE SCHEMATICAMENTE, con la relativa spiegazione.

SIMILITUDINE “come quei cavalli bisbetici..” “.. Poi le ore parevano minuti” in questa similitudine il discorso tra Renzo e Lucia viene paragonato ad un cavallo che, prima di partire, fa tante cerimonie.
CLIMAX “gran congratulazioni a Lucia, saluti ad Agnese, complimenti alla forestiera”
SIMILITUDINE “l’uomo, fin che sta in questo..” “..alla storia di prima” Manzoni paragona la situazione di ogni uomo con quella di un infermo che sta su un letto scomodo, ma che se potesse lo cambierebbe con uno che sembra più comodo. Se avvenisse lo scambio l’uomo si lamenterebbe comunque perché trova difetti anche in esso.
SIMILITUDINE “anche il bambino..” “..se ne stacca” Manzoni paragona Renzo e Lucia che escono dal loro paese come un bambino che viene abituato dalla madre a non bene dal seno, per quanto all’inizio sia difficile da accettare, alla fine si accetta la nuova situazione.

RIASSUNTO

Guarite entrambe, Lucia e la marchese fanno ritorno a casa di Lucia, dove la giovane pio finalmente abbracciare la madre. Dopo i primi gioiosi festeggiamenti, Renzo parte subito a fare visita a Don Abbondio per chiedere al curato di celebrare il matrimonio, ironizzando anche sul mal di testa finto dal prete il giorno in cui si rifiutò di celebrare il rito. Don Abbondio non dice espressamente di no ma continua ancora a proporre scuse per non compiere il proprio dovere, puntando soprattutto sul mandato pendente su Renzo e sulla sconvenienza di celebrare pubbliche nozze nel territorio di Milano. Capita la situazione, il giovane fa ritorno alla casa di Lucia e racconta l’esito della missione alle donne.
Nel pomeriggio dello stesso giorno Agnese, Lucia e la mercantessa tentano nuovamente di convincere il curato a svolgere il matrimonio. L’esito sarebbe stato ancora lo stesso se Renzo prima ed il sagrestano Ambrogio poi non avessero comunicato a tutti loro che la casa di Don Rodrigo è stata occupata da un marchese parente del tiranno e molto famoso per la sua bontà. La notizia rende certa la morte di Don Rodrigo e don Abbondio, venuta meno la sua fonte di terrore, cambia completamente atteggiamento: si dichiara disponibile a celebrare il matrimonio e scherza amorevolmente con tutti sulle vicende appena vissute. Il giorno dopo il curato riceve anche una visita dallo stesso marchese e, saputo che l’uomo vuole risarcire Renzo e Lucia per i danni causati loro dal suo parente deceduto, consiglia lui di comprare a buon prezzo le case dei giovani e di attivarsi per fare annullare il mandato di cattura pendente sul ragazzo. Renzo e Lucia vengono dunque sposati da parte di don Abbondio e ricevono in dono anche l’assoluzione di Renzo ed un’altra sostanziosa donazione di denaro (la compravendita delle case avviene per mano di un dottore, non però di Azzecca-garbugli, morto di peste).
Dopo un doloroso addio a tutti gli amici ed i conoscenti, Renzo, Lucia ed Agnese lasciano infine anche il paese ed il territorio di Milano per raggiungere Bortolo nel territorio bergamasco. La vita nella loro nuova residenza non è però felicissima per Renzo: sapute le vicende dei due giovani, l’aspettativa in paese per l’arrivo di Lucia è altissima e non mancano i commenti negativi quanto tutti si accorgono che si tratta comunque di una semplice contadina. Questo renderà Renzo una persona scorbutica e disgustosa. Quando viene messo in vendita un filatoio a buon prezzo alle porte di Bergamo, il giovane non esita a comprarlo in coproprietà con il cugino ed a lasciare così anche questo paese. Aspettative per Lucia non ce ne sono più ed i due sposi possono finalmente godersi la pace del matrimonio, dando anche alla luce numerosi figli, la prima dei quali, come promesso, viene chiamata Maria.
Il romanzo termina con la celebre morale: “i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore.”

INTERPRETAZIONE PERSONALE
(indica di seguito in un testo di almeno 10 righe gli aspetti del testo che ritieni degni di rilevanza e motiva le tue affermazioni)

Questo ultimo capitolo riporta la situazione come all’inizio. Don Abbondio, per quanto inizialmente non favorevole, sposa Renzo e Lucia. Nel capitolo vi è una frase molto bella, pronunciata da Renzo nei confronti di don Abbondio, in essa il giovane si la ente dell’uso improprio che fa il curato del latino, e del modo in cui ne usufruisce per ingannare i poveri contadini. Il finale del capitolo da un messaggio importante per il lettore, che spesso i guai vengono anche senza cercarli, ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani e che quando vengono la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore.

Schema capitolo 36 – PROMESSI SPOSI

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ALESSANDRO MANZONI
PROMESSI SPOSI
SCHEDA CAPITOLO n°36

TEMPO
(analizza il rapporto tra tempo della storia e tempo del racconto; quando si svolge la vicenda? Quanto tempo dedica l’autore allo svolgimento della vicenda).

La vicenda si svolge verso la fine del mese di Agosto del 1630. Il tempo è lo stesso del 35º capitolo, infatti la sequenza continua.

SPAZIO
(indica il/i luogo/ghi in cui si svolge la vicenda. ):

La vicenda si svolge interamente negli spazi del Lazzaretto di Milano. Qui i luoghi sono divisi fra le diverse capanne della sezione femminile, specialmente quella in cui si trova Lucia

Presenza di descrizioni: (ci sono descrizioni di luoghi specifici: SI – NO? Quante? Descrizione 1,2,3 . Riassumile per iscritto e indicale sul testo)

All’inizio del capitolo vi è la descrizione della cappella del Lazzaretto, ricavata da un fabbricato presente al centro del lazzaretto. Esso era di forma ottagonale, aperta da tutti i lati, sostenuta da colonnati che formano 8 archi con sopra una cupola. Questa cappella poteva essere individuata da ogni punto del Lazzaretto.

PERSONAGGI

Indica, in forma di elenco, i personaggi che compaiono (sia quelli che compaiono per la prima volta, sia quelli che si ripresentano.

Renzo
Fra Cristoforo
Lucia
La vedova
Il predicatore(padre Felice)
Frati cappuccini

b) Descrivi i personaggi – anche quelli minori se l’autore li caratterizza anche solo brevemente. (ricorda le forme della caratterizzazione: fisica, fisiognomica, psicologica, sociale, culturale/ideologica; caratterizzazione attraverso il nome, attraverso un simbolo o l’ambiente)

Il predicatore(padre Felice): è colui che annuncia una preghiere per ti gli appestati presenti nel Lazzaretto milanese. Il suo discorso precede un corteo di tutti gli appestati, durante il quale Renzo cercherà di rintracciare Lucia.
La vedova: si tratta di una appestata. Ne si trova nella stessa capanna di Lucia! e che ha stresso un amicizia profonda con la giovane. La donna, all’incirca trentenne, era una marchese agiata la quale famiglia è morta di peste, cosa che ha portato anche lei nel Lazzaretto. Tra la giovane Lucia e la marchese vige un patto, nessuna di esse sarebbe uscita dal Lazzaretto senza l’altra, e che non si sarebbero neanche abbandonate una volta uscite. Per questa ragione Lucia si trova ancora nel Lazzaretto, per quanto sia guarita dalla peste. La vedova porterà, in seguito, Lucia al cospetto di sua madre, Agnese, così che Lucia e Renzo possano finalmente sposarsi.

c) Descrivi i personaggi che si ripresentano solo se l’autore fornisce ulteriori tratti caratterizzanti che contribuiscono ad inquadrare più precisamente il personaggio.

Fra Cristoforo: l’anziano frate è ormai stanco dalle numerose fatiche, aggravato dal male, oppresso dall’afa, cammina stentatamente, alla ricerca di un respiro più profondo. Il frate è afflitto dalla peste che lo sta divorando. Ma il desiderio più grande di Fra Cristoforo è quello di morire tra le persone bisognose di aiuto.
Lucia: la giovane protagonista ha avuto la peste, proprio come Renzo. Nel Lazzaretto ha trovato una cara amica, la vedova, la quale la consola né momento il cui Lucia è costretta a rivelare a Renzo del patto fatto alla Madonna, e di come sia obbligata a non sposarlo.

FIGURE RETORICHE

Sono presenti figure retoriche tra quelle che hai studiato fino ad ora?
Indicale sul testo e riportale di seguito, ANCHE SCHEMATICAMENTE, con la relativa spiegazione.

per carità.. Per carità
Finitela .. Finitela
Non tornate più qui .. Non tornate più qui

Nel brano sono presenti numerose anafore nei discorsi di Lucia

RIASSUNTO

Le parole di padre Cristoforo e la vista di Don Rodrigo hanno fortemente colpito l’animo di Renzo, che sente ora il suo cuore diviso tra Lucia e Rodrigo.
Il giovane si è appena avviato verso la chiesa ottagonale posta al centro del Lazzaretto, quando compare padre Felice ad uno dei suoi portici. Il religioso inizia una profonda predica che suscita il pianto in tutte le persone presenti, compreso Renzo. Il religioso prima chiede ai presenti di ringraziare Dio per sé stessi e pregare per gli altri che rimangono (chiede loro di iniziare da lì una vita di carità), infine chiede loro perdono, da parte sua e dei suoi compagni frati, per non essere riuscito a servirli a dovere. Terminata la predica, inizia la lenta processione e Renzo scruta attentamente la folla fino ad accertarsi dell’assenza di Lucia. Il giovane si avventura allora nella sezione dedicata alle donne e continua la ricerca della sua amata. Accostando per caso la testa ad una delle capanne, sente infine una voce conosciuta. Il respiro si blocca ed il giovane si sente mancare; tornano poi subito le forze e Renzo raggiunge di corsa l’ingresso dell’abitazione: è Lucia. La ragazza si era ammalata di peste ed era stata quindi condotta al Lazzaretto. Una volta guarita, aveva iniziato a prendersi cura della sua compagna di capanna, un ricca mercantessa che aveva visto morire il marito ed i figli. Fuori pericolo anche l’altra donna, le due erano diventate praticamente inseparabili ed avevano progettato di vivere insieme fintanto che Lucia non avesse avuto notizie della madre Agnese.
Renzo dichiara a Lucia di essere lì per lei, di volerla ancora in moglie. Lucia lo rimprovera invece di mancare di rispetto alla Madonna venendo lì a tentarla, ora che è quasi riuscita a dimenticarlo. Ma il voto è per il ragazzo ingiusto, perché danneggia un’altra persona, e quindi non valido (avrebbe preferito che Lucia promettesse di chiamare Maria la loro prima figlia). Renzo comunica anche a Lucia che padre Cristoforo, ormai malato di peste, si trova in quel triste ospedale per assistere i malati, le racconta l’incontro con Don Rodrigo ed utilizza le parole del religioso, un santo, per convincere la ragazza che Dio stesso li vuole uniti in matrimonio. Visto che la ragazza non vuole sentire ragioni, il ragazzo propone infine di andare a chiedere consiglio a padre Cristoforo stesso e parte subito per andare a chiamare il cappuccino ed informarlo, a questo punto, anche del voto di castità fatto dalla ragazza.
Dopo aver fatto ancora visita a Don Rodrigo, padre Cristoforo e Renzo si recano alla capanna di Lucia. Il religioso chiama in disparte la ragazza, le chiede del voto e le fa capire quindi che non era stata fatta la giusta scelta: essendosi Lucia già promessa in sposa a Renzo, con il voto di castità la giovane aveva di fatto offerto alla Madonna anche la volontà di lui, senza però averne il consenso. Padre Cristoforo ricorda poi che è nelle sue facoltà (operando la Chiesa in nome di Dio) il poter sciogliere un voto e chiede alla ragazza se è sua intenzione chiederlo. Lucia conferma subito la propria volontà ed il voto di castità viene sciolto: i due giovani sono nuovamente promessi sposi. Il religioso consiglia ai due giovani di fare tesoro delle difficoltà che hanno dovuto superare, dona loro il pane che aveva custodito dal giorno in cui aveva ottenuto il perdono dal fratello dell’uomo che aveva ucciso, rifiuta le cure offerte la Lucia dicendo che desidera soltanto che gli altri lo aiutino a ringraziare Dio per l’occasione di carità che gli ha fornito, ed infine si allontana con Renzo. Nonostante sia già buio e la burrasca stia per cominciare, il promesso sposo saluta padre Cristoforo e il Lazzaretto per riprendere subito il suo viaggio, ora verso Pasturo, per avere notizie di Agnese.

INTERPRETAZIONE PERSONALE
(indica di seguito in un testo di almeno 10 righe gli aspetti del testo che ritieni degni di rilevanza e motiva le tue affermazioni)

In questo capitolo, dopo tanto tempo, Renzo e Lucia di incontrano di nuovo. Il brano e caratterizzato per lo più dai loro discorsi, infatti Lucia deve confessare il suo patto con la madonna a Renzo, mentre il giovane(afflitto da tale scoperta) tenta in ogni modo di convincerla a smentire il voto. Il finale di questo capitolo è simile all’addio ai monti, infatti qui Renzo si guarda intorno mentre esce dal Lazzaretto, e fra Cristoforo lo guarda allontanarsi.

Schema capitolo 35 – PROMESSI SPOSI

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ALESSANDRO MANZONI
PROMESSI SPOSI
SCHEDA CAPITOLO n°35

TEMPO
(analizza il rapporto tra tempo della storia e tempo del racconto; quando si svolge la vicenda? Quanto tempo dedica l’autore allo svolgimento della vicenda).

La vicenda si svolge in un giorno
non specificato della fine del mese di agosto del 1630.

SPAZIO
(indica il/i luogo/ghi in cui si svolge la vicenda. ):

La vicenda si svolge interamente negli spazi del Lazzaretto di Milano. Qui i luoghi sono divisi fra le diverse capanne della sezione maschile.

Presenza di descrizioni: (ci sono descrizioni di luoghi specifici: SI – NO? Quante? Descrizione 1,2,3 . Riassumile per iscritto e indicale sul testo)

Nell’intero capitolo è presente la descrizione del Lazzaretto di Milano. Esso è composto da due appezzamenti di terreno separati da una staccio amata discontinua. In una parte sono presenti numerose capanne arredate con materassini e lenzuola poste sul pavimento dedicate agli uomini e hai bambini. Dall’altro lato sono presenti le capanne dedicate alle donne. All’entrata principale del lazzaretto è presente un campanile il quale suona per richiamare i frati.

PERSONAGGI

Indica, in forma di elenco, i personaggi che compaiono (sia quelli che compaiono per la prima volta, sia quelli che si ripresentano.

Renzo
Appestati
Personale del Lazzaretto(infermiere ~ balie ~ frati cappuccini)
Fra Cristoforo

b) Descrivi i personaggi – anche quelli minori se l’autore li caratterizza anche solo brevemente. (ricorda le forme della caratterizzazione: fisica, fisiognomica, psicologica, sociale, culturale/ideologica; caratterizzazione attraverso il nome, attraverso un simbolo o l’ambiente)

Appestati: Manzoni ci rivela Che nel lazzaretto erano presenti più di 600.000 appestati. Tra questi vi erano sia uomini che donne che bambini e lattanti.
Il personale del lazzaretto: il lazzaretto è gestiti dai frati cappuccini. Nelle capanne vi sono svariate infermiere le quali curano e alleviano i dolori degli appestati. Nelle capanne dedicate ai bambini vi sono svariate balie e capre, le prime aiutavano i bambini mentre le capre davano il nutrimento(il latte) ai più piccoli.

c) Descrivi i personaggi che si ripresentano solo se l’autore fornisce ulteriori tratti caratterizzanti che contribuiscono ad inquadrare più precisamente il personaggio.

Fra Cristoforo: dopo tanto temo Renzo incontra di nuovo fra Cristoforo, il quale è visibilmente distrutto. Il portamento curvo e stentato, il viso scarno e smorto, e in tutto si vedeva una natura esausta, una carne rotta e cadente. L’animo valoroso e giovane del Frate, però, non è cambiato, anzi sembra più potente. Non era uscito da Rimini fino a quando venne la peste a Milano. Allora, spinto da suo desiderio di dare la sua vita per il prossimo, andò verso Milano e giunse al Lazzaretto

FIGURE RETORICHE

Sono presenti figure retoriche tra quelle che hai studiato fino ad ora?
Indicale sul testo e riportale di seguito, ANCHE SCHEMATICAMENTE, con la relativa spiegazione.

all’inizio del capitolo è presente un lungo asindeto durante la descrizione.

RIASSUNTO

Nel recinto del Lazzaretto si trovano sedicimila appestati, tra questi c’è anche Renzo. Lo spazio delimitato da un recinto discontinuo che separa le capanne degli uomini da quelle delle donne. ovunque è un brulichio di gente, un continuo movimento di malati, frati e infermiere. Renzo rimane inizialmente sopraffatto da questo spettacolo, muovendosi lungo la via principale, inizia poi la ricerca di Lucia. Le scene che si presentano al suo sguardo sono ovviamente terribili ed infondono tristezza nel suo cuore. Ad aggravare ulteriormente lo stato d’animo del giovane contribuisce anche il cielo cupo e l’aria afosa, che preannunciano una imminente tempesta.
Renzo capisce di trovarsi nel settore degli uomini, smette di controllare ogni capanna e si dedica alla cerca del settore dedicato alle donne. Attirato da belati e da vagiti, il giovane si avvicina ad uno steccato e scopre così l’area dell’ospedale dove i bambini rimasti orfani vengono accuditi da alcune donne con l’aiuto di capre. Dopo essere rimasto per un poco ad osservare lo spettacolo, spinto dalla meraviglia e dalla commozione, Renzo prosegue il suo cammino e vede improvvisamente comparire padre Cristoforo. Il religioso, non appena era giunta nel convento di Rimini la notizia della peste scoppiata a Milano, aveva fatto subito richiesta per poter offrire il suo aiuto, per poter offrire la sua vita per il prossimo. Il conte zio era nel frattempo morto ed il cappuccino non aveva quindi trovato nessun ostacolo al suo ritorno.
Renzo corre incontro a padre Cristoforo e non può fare a meno di accorgersi che l’anziano frate è malato: il viso è scarno, il portamento è stentato; solo il suo sguardo spicca ancora per la sua forza, che è ora anche accresciuta ulteriormente dalla carità. Il giovane annuncia al religioso che Lucia si trova al Lazzaretto e che lui è venuto in quel luogo per ritrovarla. Racconta quindi le vicende della ragazza, tralasciando il voto di castità, e poi anche le sue vicende personali. Il religioso suggerisce al giovane di andare alla chiesa che si trova nel mezzo del Lazzaretto. Padre Felice, il cappuccino incaricato di gestire l’ospedale, radunerà là le poche persone guarite per condurle poi in un altro luogo dove continueranno la quarantena. Se Lucia è guarita, il giovane potrà trovarla in quel gruppo, altrimenti dovrà proseguire la ricerca nel settore delle donne (è in realtà proibito entrarvi, ma non mancano punti d’accesso non controllati). Il religioso consiglia a Renzo di prepararsi anche a ricevere una brutta notizia, ma il giovane, al pensiero di non riuscire a ritrovare Lucia, si accende d’ira ed annuncia di volere in tale caso farsi vendetta uccidendo don Rodrigo. Padre Cristoforo non accetta le parole del ragazzo, soprattutto perché fatte in un tale contesto di morte, sofferenza, ma soprattutto di carità. Rimproverando il giovane, il religioso porta anche ad esempio la sua vicenda personale. Renzo infine annuncia di volere perdonare di cuore Don Rodrigo. Padre Cristoforo accompagna allora il giovane alla capanna in cui si trova l’uomo, ormai in fin di vita e completamente privo di senno. Entrambi si mettono a pregare per lui: don Rodrigo è stato perdonato.
Al terzo tocco della campana che annuncia l’arrivo di padre Felice alla chiesa centrale, Renzo e padre Cristoforo si lasciano con la promessa di rivedersi in seguito, quando il giovane avrà ottenuto informazioni su Lucia.

INTERPRETAZIONE PERSONALE
(indica di seguito in un testo di almeno 10 righe gli aspetti del testo che ritieni degni di rilevanza e motiva le tue affermazioni)

In questo capitolo Manzoni presenta lo spazio del Lazzaretto, il quale è colmo di appestati di qualunque età/sesso. Verso la fine del capitolo vi è un diverbio tra fra Cristoforo e Renzo, il quale ammette di volersi vendicare contro Don Rodrigo (Renzo non conosce la sua situazione) e fra Cristoforo lo sgrida con fare minaccioso ricordandoli che solo Dio può decidere le sorti delle persone. Alla fine del diverbio fra Cristoforo porta Renzo in un capannone dove il giovane riconosce Don Rodrigo, rinchiusi lì da 4 giorni, e, vista la situazione dello spagnolo, decide di perdonarlo.